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La Storia del Rifugio
Nel 1921 sotto la guida del suo presidente Carlo Toesca di Castellazzo, fu acquistato dal comune di Bussoleno il terreno necessario alla sua costruzione e subito avviati i lavori di cantiere durati circa due anni. Finito alla fine del mese d’agosto, fu inaugurato ufficialmente il 16 settembre del 1923, con la posa sulla parete esterna della lapide dedicata ai soci e loro figli, caduti sui campi di battaglia della gran guerra.
Durante la guerra subì gravi danni, ma ben più grave fu il disastro provocato da una valanga nel tardo inverno del 1946. Fu aperta una sottoscrizione per trovare i soldi necessari, e già nella primavera iniziarono i lavori, quasi a furore di popolo.
Fu in quell’occasione che il rifugio venne ampliato, costruendo la cucina al di fuori della sala, così come si vede ancora oggi seppur rifatta. I lavori procedettero alacremente durante tutta l’estate del 1946, ed il 22 settembre dello stesso anno fu restituito ai soci per il loro uso.
Nel 1992 in occasione del centenario dell’UET è varato un progetto molto ambizioso per il restauro del rifugio che richiedeva anche la possibilità d’ampliamento dei locali e così nella primavera del 1996 sono avviati i lavori che richiedono due anni per essere realizzati.
Si giunge così al fatidico 25 ottobre 1998 giorno fissato per l’inaugurazione, la quarta della storia di questo rifugio. Il rifugio Pier Gioachino Toesca è riconsegnato ai suoi frequentatori, in una giornata d’allegra e sana amicizia. Rifatto in parte nella sua veste, presenta oggi una bella costruzione, in uno scenario alpino da favola, e dotato di tutti quei conforti che il sempre più esigente escursionista, richiede. Qualcuno forse, rimpiangerà il vecchio caro rifugio della Balmetta, ma il tempo è inesorabile, esso non si può fermare.
Roberta & Murphy


Ciao a tutti amici followers” direbbe il mio socio Marco…
E allora iniziamo così! Ciao a tutti amici followers! io sono Roberta e con Murphy e il supporto di Marco mi sono imbarcata in questa – bellissima – avventura da gennaio 2023.
Difficile dire chi siamo… siamo una quadrupede pelosa bianca e nera e la sua bipede, principalmente. Lei fa l’accoglienza sulla porta, o guardando giù dalla teleferica, degna erede di Muflone, io … io faccio il resto.
Faccio la Rifugista, parrebbe. Il che significa principalmente imparare ad aggiustare quanto si rompe – spesso – quassù, non dimenticare di programmare la spesa con anticipo, chiedere agli amici di portarla su, sapersi vestire con il pile anche al 27 di luglio, avere un buon paio di scarponi impermeabili sempre a disposizione, insieme alla crema per le mani, non stancarsi di fare su&giu e… ah si! saper cucinare la polenta!
Meno male che all’accoglienza ci pensa Murphy. Beh, mi piace.
Si, mi piace vivere la montagna. Svegliarmi con ogni tempo e vedere l’anfiteatro che ci ripara le spalle e di fronte il Rocciamelone, che tutte le mattine ha un colore diverso.
Mi piace stare più fuori che dentro, anche perché ogni cosa da fare prevede di solito una sortita. Mi piace anche andare a prendere la Toma in Alpeggio Amelio e Lucia e fare due parole con loro, i miei vicini – che stanno a 25 minuti da qui – o scendere fino al rifugio Amprimo dagli amici a fare due chiacchiere. Mi piace occuparmi di questa grande casa accogliente, che sia sempre disponibile per chi sale fin quassù. Mi piacciono gli amici nuovi che ho conosciuto, tanti, e che vengono regolarmente a fare una capatina, chissà se perché Murphy è simpatica o perché gli piace il posto.
E mi piace molto conoscere chi sale quassù, vuoi per scappare dal caldo di giù o per trovare un po’ di pace, o per conoscere un posto nuovo. Tanti arrivano da lontano. Tutti portate un pezzo di voi. E’ un dono grande. Mi piace condividerlo insieme.